LA FAMIGLIA CANTELMO A CORVARA
(tratto da "La Terra di Corvara nelle fonti storiche" di Katja Battaglia)
Alcuni scrivono
che la famiglia Cantelmo, definita una delle più potenti del regno, era di
origine provenzale e aveva ricevuto, come ricompensa per l’aiuto prestato a
Carlo I d’Angiò, diversi possedimenti in Abruzzo. Gli stessi, per nobilitare
maggiormente la loro stirpe, tramandano che discendevano dagli Stuart
di Scozia e che aveva ottenuto da Carlo II d’Inghilterra un diploma contenente
una lunghissima genealogia, alla quale apparteneva Duncano, il primo re della
Scozia[1].
Purtroppo le vicende dei Cantelmo
relative a Corvara non possono essere ricostruite con fonti di prima mano. Bisogna
attingere dalle opere di Nunzio Federigo Faraglia e Alfonso Colarossi Mancini, che
hanno consultato i fondi custoditi nell’Archivio di Stato di Napoli, di cui
oggi, dopo la distruzione del 1943, sono superstiti solo alcuni frammenti[2].
Secondo i due autori il paese era
sottoposto a questa signoria prima del 1439. Riferiscono infatti che, nel testamento
del 17 ottobre dello stesso anno presso la Rocca di Mondragone (o Montragone), Antonio
Cantelmo cedeva Corvara al secondogenito Onofrio Gaspare[3]. Carlo de Lellis scrive
che la famiglia ne deteneva il possesso già prima del 1400, se nello stesso anno
Giacomo Cantelmo la vendeva per partire in guerra con il re Ladislao[4].
Nel 1461 Giovanni, nipote di Antonio, veniva
investito del contado di Popoli, tra i paesi assegnatigli c’era anche Corvara[5]. A lui succedeva il figlio
Restaino, che non era fedele agli Aragonesi come il padre. Infatti il 22
ottobre 1485, nel periodo in cui il duca
di Calabria stanziava a Sulmona per reprimere i baroni abruzzesi ribelli, cercava
di contrastarlo rendendo malsicuro il passaggio per la zona chietina; ma quando
i cittadini di Pescosansonesco si erano
ribellati, non aveva esitato a chiedere aiuto al duca e per togliere ogni
sospetto riguardo alla sua fedeltà, circa un mese dopo, lo invitava nel suo
palazzo a Popoli. Morto Ferrante, aveva avversato Alfonso II e il nuovo re lo
aveva perseguitato con processi e sequestri di beni. Infine era passato
definitivamente dalla parte della regia corte e aveva combattuto i Francesi
nell’invasione di Carlo VIII[6]. Durante la sua signoria, precisamente
il 23 agosto 1494, era stato nominato Giuliano di Montereale assessore presso
il capitano delle terre di Corvara, Popoli, Tocco, Bussi, Raiano, Pentima,
Pratola e Alanno[7].
Il 5 aprile 1498 veniva confermato a
Restaino “il contado di Popoli con Castiglione,
Raiano, Prezza, Bussi, la Torre (Torre de’ Passeri),
Corbaria (Corvara), Rocca Tagliata ed Araturo”,
oltre la giurisdizione criminale a “Rocca Casale, Pratola,
Vittorito e Pentima”[8]. Divenuto uno dei più noti
capitani nelle guerre combattute dal 1500 alla battaglia di Ravenna, il 20 agosto
1514, mentre era a letto, veniva assassinato dal suo cancelliere, il prete don
Sante (o don Santo) e dai suoi parenti[9].
Era signore di Corvara anche il figlio,
Giovan Giuseppe Bonaventura, che si distingueva per l’aiuto prestato al re
Filippo II, dal quale aveva ricevuto molte onorificenze. Con la sua morte, nel
1560, iniziava un’era diversa, soprattutto perché i discendenti non mantenevano
una residenza fissa[10].
Nel 1594 la famiglia Cantelmo, che si
estinguerà nel 1749 con la morte di Giuseppe, principe di Pettorano e duca di
Popoli, non deteneva più la signoria del paese[11].
[1]Per la storia della famiglia
Cantelmo cfr. de Lellis 1654, I, pp.101-151; Candida Gonzaga, I, pp.156-159 e
VI, p.71; BSA, pp.412-415 (riporta l’Historia della famiglia Cantelma di Pietro
Vincenti); Faraglia 1900, pp.3-33 e Colarossi Mancini 1911, pp.61-168. V. anche
TABB. 1 e 2.
[2]Le loro opere sono indicate alla
n. precedente.
[3]Cfr. Faraglia 1900, pp. 5-6 e
Colarossi Mancini 1911, p.96 (V.anche de Lellis 1654, I, p. 129).
[4]Cfr. De Lellis 1654, I, p.125.
[5]Antonio Ludovico Antinori attesta
che nel 1471 Giovanni Cantelmo era ancora signore di Corvara, v. Corografia, XXX-III,
f. 743 “Nel 1471 Giovanni Cantelmi conte di Popoli, e signore delle università
de castelli di Castiglioni,di Bussi e di Corvara [...]”.
[6]Cfr .Faraglia 1900, pp.8-9 e
Colarossi Mancini 1911, p.108.
[7]RCA, p. 142, n° 933.
[8]Cfr. Faraglia 1900, p.9.
[9]Cfr. Colarossi Mancini, 1911, pp.128-129
(V. de Lellis 1654, I, p.136).
[10]Cfr. Colarossi Mancini 1911, pp.132,
140 e 142-143 (V.anche de Lellis 1654, I, p.141).
[11]Cfr. Candida Gonzaga, p.156 e
Corografia, XXX-III, f. 746.
Nessun commento:
Posta un commento