Plutarco, nato attorno al 45 d.C. nella cittadina di Cheronea in Beozia, scrive la biografia di Pelopida e, nel capitolo tre della sua opera Vite Parallele, lo descrive con queste parole:
"Pelopida, figlio di Ippoclo, nacque da famiglia di buona reputazione a Tebe, come Epaminonda. Allevato in grande agiatezza e avendo, ancor giovane, ereditato un cospicuo patrimonio, si dette a soccorrere quanti tra i bisognosi e gli amici lo meritavano, per mostrare che era veramente padrone delle proprie ricchezze e non schiavo. Infatti come dice Aristotele, della maggior parte degli uomini alcuni non ne fanno uso per spilorceria, altri ne abusano per intemperanza, e in tal modo questi vivono sempre schiavi del benessere, quelli degli interessi".
Con queste parole Plutarco ci insegna che non bisogna né spendere denaro per soddisfare ogni proprio bisogno e né risparmiare sempre per accumulare, perché gli eccessi con le ricchezze ci rendono prigionieri: chi spende troppo è schiavo del benessere, chi poco è servo degli interessi.
Ecco un'immagine di Plutarco.
Con queste parole Plutarco ci insegna che non bisogna né spendere denaro per soddisfare ogni proprio bisogno e né risparmiare sempre per accumulare, perché gli eccessi con le ricchezze ci rendono prigionieri: chi spende troppo è schiavo del benessere, chi poco è servo degli interessi.
Ecco un'immagine di Plutarco.
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